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Vivere in barca a vela: 3 consigli pratici su come gestire l'acqua a bordo

Come utilizzare l'acqua a bordo per doccia e cucina  senza sprechi per una vacanza più sostenibile

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A cura di Francesco Gambini

Vivere in barca a vela non è sostanzialmente diverso da vivere a terra, le imbarcazioni sono oggi super confortevoli, tanto che spesso ci dimentichiamo di essere a bordo e non a casa e continuiamo a fare le azioni di ogni giorno esattamente nello stesso modo! Nonostante questo per permetterci di vivere con il comfort di casa ma nella cornice di calette da sogno, la barca a vela ha necessariamente dei vincoli, uno di questi è costituito dalla riserva di acqua dolce.

Ogni barca a vela è fornita di voluminosi serbatoi di acqua dolce che possono essere utilizzati per lavarsi.

A titolo di esempio, ecco la capacità dei serbatoi dell’acqua di alcune barche e catamarani di diverse taglie:

  • Dufour 310 Grand Large 159 litri
  • Bavaria Cruiser 37 208 litri
  • Bavaria C 45 650 litri
  • Dufour 520 Grand Large 719 litri

I catamarani, per la loro conformazione, risentono maggiormente del peso. Per questo la scorta d’acqua non sarà molto maggiore rispetto a una barca a vela, mentre il numero di bagni e quindi i consumi, tendenzialmente si. Teniamone conto, se desideriamo fare lunghe permanenze in rada.

  • Lagoon 380 300 litri
  • Lagoon 42 299 litri
  • Lagoon 450 348 litri

L’acqua dei serbatoi di bordo verrà usata soprattutto per lavarsi, in particolare per fare delle docce, ottimo, però ricordiamoci sempre che siamo collegati a un serbatoio e non a un acquedotto!

Come fare la doccia in barca a vela

Consideriamo che una doccia eroga circa 10 litri d’acqua al minuto e sotto il getto avvolgente il tempo vola: questo significa che un equipaggio in un giro di docce complete e domestiche può prosciugare la riserva d’acqua della barca obbligando a un ritorno in porto per fare rifornimento. Operazione che può essere lunga, soprattutto in alta stagione nelle località più piccole, obbligandoci magari a una sosta non voluta di una notte in marina.

Il nostro consiglio salva serbatoi, nonché cosa molto piacevole, è quello di lavarsi in mare e poi darsi soltanto una sciacquata finale con acqua dolce con la doccetta esterna stando sulla spiaggetta di poppa, in questo modo oltre a una doccia fresca (o calda, in barca generalmente l’acqua calda non manca mai) con un panorama impagabile, si eviterà anche di bagnare il bagno della barca.

Come fare la doccia a bordo

L’arma segreta che ci permette di utilizzare un serbatoio d’acqua potenzialmente infinito ovvero il mare è un sapone marino che non deve mai mancare nel nostro bagaglio. 

Il sapone marino viene studiato appositamente per questo. La sua formulazione vegetale contrasta l’effetto salino dell’acqua di mare, non inquina, deterge e idrata corpo e capelli facilitando la rimozione dei residui di sale.

Perché è importante? Per tre caratteristiche: la principale è che si tratta di un sapone particolare in grado di sciogliersi anche in acqua salata, dove con un sapone normale avremmo molta difficoltà a sciacquarci, permettendoci di lavarci effettivamente anche con l’acqua di mare.

Inoltre non produce schiuma in modo da non deturpare con una scia di bolle l’ambiente dove ci troviamo e dove non dimentichiamolo siamo ospiti, per questo è molto importante la terza caratteristica ovvero che sia biodegradabile (leggi il nostro articolo sul tema doccia sostenibile qui).

Il nostro obiettivo sarà quello di non avere nulla che ci obblighi ad abbandonare la caletta perfetta che avremo trovato quindi è importante navigare sempre con una sufficiente scorta di acqua, sia alimentare che dei serbatoi, cibo e gasolio, in modo da poter decidere di fermarci in qualsiasi posto ci conquisti con la sua pace e bellezza.  Se sei interessato ad acquistare del sapone marino, abbiamo stretto una collaborazione con Sun&Salt e puoi acquistarlo qui.

Acqua per uso alimentare

Per quanto riguarda l’uso alimentare, in barca si usa generalmente dell’acqua in bottiglia di plastica per bere e cucinare: almeno tre litri a testa al giorno, fate bene i conti e prendetene con abbondanza, sarebbe un peccato dover abbandonare la deliziosa caletta selvaggia appena scoperta perché si è finita l’acqua dolce!

Le bottiglie si possono riporre sul fondo dell’imbarcazione sotto il pagliolato dove c’è abbondanza di spazio, un buona accortezza è quella di togliere l’etichetta se di carta.

Le barche più attente sono equipaggiate in cucina con un comodo rubinetto alimentato ad acqua di mare, ottimo oltre che per sciacquare frutta e verdura anche per lavare i piatti eventualmente risciacquandoli poi con acqua dolce.

Cucinare con l'acqua di mare

Se la cosa ci diverte si può utilizzare l’acqua di mare per cucinare assicurandosi che sia pulita.

Considerando la salinità del Mediterraneo abbastanza elevata, molto superiore rispetto ad esempio a quella dell'Oceano è sufficiente utilizzare un quarto di acqua di mare sul totale del liquido.

La pentola a pressione permette tra gli altri vantaggi di cucinare utilizzando poca acqua, altrimenti è possibile recuperare l’acqua di cottura della pasta, ottima per lavare i piatti!

Cos'è il dissalatore e a cosa serve? 

Molte barche moderne sono ormai dotate di dissalatore, questo accessorio una volta destinato a navigatori oceanici e ad un uso specialistico, ora è quasi alla portata di tutti con dimensioni contenute e assorbimenti di corrente ridotti, gestibili anche dalle batterie di bordo.

È costituito da una pompa ad alta pressione e da un lungo filtro e permette di eliminare il sale dall’acqua attraverso un processo osmotico.

Con una produzione nell’ordine di alcune decine di litri l’ora ci garantirà un’inesauribile scorta di acqua dolce per tutte le esigenze della nostra vacanza.

Esempio di dissalatore

Fonte: Schenker 

I moderni dissalatori sono molto compatti, questo modello produce 30 litri/ora con l'assorbimento di una lampadina

>> Impegnamoci nel corretto smaltimento delle bottiglie di acqua minerale

Consideriamo che una vacanza di una settimana di 6 persone con skipper implica la produzione di circa 150 bottiglie d’acqua di plastica che andranno smaltite correttamente e che andranno a gravare su un contesto generalmente fragile sia per l'approvvigionamento di acqua che per lo smaltimento dei rifiuti: le magnifiche isolette teatro delle nostre vacanze.

Proprio per ovviare a questo problema e a questa scomodità (basti pensare alle volte in cui saremo obbligati a scendere a terra nel corso della nostra vacanza per smaltire le bottiglie prodotte) si stanno diffondendo sulle barche dissalatori in grado di produrre acqua potabile da conservare poi in borracce personali alla temperatura che preferiamo.

La gestione dell’acqua a bordo

Come risparmiare acqua: la barca è confortevole come una casa, ma è staccata dalla terraferma, qui è fondamentale rispettare una regola d’oro ottima da applicare anche a casa: non lasciamo mai scorrere l’acqua del rubinetto, ma chiudiamolo sempre dopo ogni utilizzo.

In passato i rubinetti delle barche erano equipaggiati con delle pompe a mano, non praticissime ma dotate del vantaggio di renderci più consapevoli dell’acqua che stavano consumando.

Oggi l’impianto idraulico della barca è messo in pressione da una pompa elettrica che permette all’acqua di sgorgare copiosa ogniqualvolta apriamo il rubinetto, molto pratico ma al contempo molto incline a consumi domestici.

Quando dobbiamo sciacquare qualcosa, ad esempio un costume o della frutta, non utilizziamo il getto del rubinetto, piuttosto riempiamo una scodella o un catino con l’acqua che ci serve.

>> Utilizziamo l'acqua del mare quando possibile

Se abbiamo l’esigenza di controllare strettamente il consumo d’acqua, ad esempio per non rimanere totalmente a secco in attesa del successivo rifornimento, valutiamo la possibilità di staccare temporaneamente l’alimentazione della pompa in alcuni momenti.

Questo post è stato scritto da Francesco. Francesco ha incontrato la vela in Liguria 20 anni fa. Specialista di flotta in Sailogy, la sua imbarcazione preferita é il Dufour 310 Grand Large. 

Francesco Gambini

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